Ancora un episodio di maltrattamento di pappagallini a Roma, nei pressi della Fontana di Trevi. Una ragazza di presunta nazionalità rumena tiene due cocorite appolliate su un bastoncino ed avvicina i turisti per fargliele toccare, accarezzare e salire su un braccio in cambio di un’offerta monetaria.
Naturalmente la docilità dei pappagallini ondulati in tali condizioni è soltanto apparente, poichè dovuta all’impossibilità degli animaletti di volare a causa del taglio delle penne remiganti. Fortunatamente oggi sono intervenute le guardie zoofile dell’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali), guidate da Claudio Locuratolo, che hanno sequestrato i pappagalli e li hanno affidati alle cure di un veterinario.
Il taglio delle ali ai pappagalli, come a qualsiasi altro uccello, è considerata tutti gli effetti una mutilazione dell’animale e si configura pertanto pienamente il reato di maltrattamento di animale, punibile in base all’articolo 544ter del codice penale con una reclusione da 3 a 18 mesi o multe fra 5000 e 30000 euro. Locuratolo spiega come negli ultimi anni ha eseguiti decine di sequestri simili, sottraendo uccelli, mammiferi e rettili ai maltrattamenti di persone senza scrupoli.
In assenza di maltrattamento, l’accattonaggio con animali è sanzionato relativamente poco con 100 euro di multa e solamente in base ai regolamenti comunali, non costituendo ancora reato in sé. Continua Locuratolo: “Sarebbe ora che invece lo diventasse, e fosse perseguibile penalmente. Nel Comune di Roma è vietato dal 1997 grazie ad un’ordinanza sindacale, e tale divieto è stata poi recepita dal regolamento comunale a tutela degli animali approvato nel 2005 con la delibera n.275 del Consiglio Comunale votata all’unanimità. Se non altro, il sequestro consente di sottrarre gli animali ai loro aguzzini”.