L’allevamento in colonia di pappagalli è una modalità di gestione dei volatili che presenta vantaggi e svantaggi.
Osservare i propri soggetti tutti insieme in un solo grande spazio è una gioia ed uno stimolo personale per ogni allevatore. Ma se l’allevatore è coscienzioso il principio ispiratore di ogni sua scelta dovrà essere prima di tutto il benessere dei propri volatili: quindi allevamento in colonia solamente quando e se vi siano i presupposti per un effettivo miglioramento della qualità della vita dei pappagalli e del loro benessere psicofisico.
La prima considerazione a favore dell’allevamento in colonia riguarda lo spazio a disposizione: è fuori dubbio che uno spazio di volo maggiore sia benefico per i pappagalli, che hanno la possibilità, seppur limitata, di volare e di svolgere maggiore attività fisica rispetto a singoli ambienti separati necessariamente più ristretti. Essendo inoltre animali gregari, la vita all’interno del gruppo presenta sicuramente molti più stimoli e garantisce un’esistenza più attiva ed interessante. Per ottenere ciò le dimensioni della voliera rappresentano un elemento basilare: una voliera lunga due metri, larga un metro ed alta un metro non è troppo diversa da una gabbia; una voliera lunga otto metri, larga tre ed alta due metri e mezzo garantisce già un discreto spazio di volo. Rapportando il discorso alla taglia possiamo considerare una voliera di cinque metri per due con due metri di altezza uno spazio adeguato per allevare in colonia diverse coppie di ondulati o di pappagallini barrati, mentre sarebbe assolutamente insufficiente se parlassimo di ecletti. Quindi, prima di ogni altra cosa, domandiamo a noi stessi cosa intendiamo esattamente per voliera, quali specie intendiamo inserirvici e di quante coppie di tale specie si tratta…
Possiamo ragionevolmente affermare che un ambiente ampio, ben attrezzato, con i giusti spazi e sezioni può rappresentare una straordinaria occasione di interazione e benessere per i nostri pappagalli e la vita in colonia effettivamente può garantire una buona qualità di vita ai soggetti. Questo tenendo presente che i pappagalli sono animali socievoli, che generalmente vivono in gruppi che vanno da pochi individui fino a stormi di centinaia di individui a seconda della specie. E’ fondamentale tuttavia tener presenti anche altri aspetti: in natura i gruppi, o stormi, di pappagalli hanno a disposizione uno spazio di volo virtualmente infinito, aspetto questo che in una voliera domestica, per quanto ampia, è ovviamente impossibile riprodurre: in uno spazio sterminato e dispersivo quale può essere una prateria o una foresta la maggior parte dei litigi e delle antipatie fra soggetti si risolvono con la fuga. Al contrario in una voliera gli spazi di fuga sono drammaticamente limitati e dunque sarà quindi compito dell’allevatore osservare le dinamiche che si creano nella voliera stessa, provvedendo a separare ed isolare soggetti particolarmente litigiosi e incompatibili prima che arrivino a mutilarsi o ad uccidersi.
E’ molto importante anche considerare l’aspetto sanitario: in una voliera con tanti soggetti la trasmissione delle malattie può avere conseguenze nefaste, dato che è sufficiente la presenza di un soggetto malato in grado di infettare l’intera popolazione della voliera. Si rende necessaria una costante e scrupolosa pulizia di tutto l’ambiente. Gli uccelli in natura non vivono in spazi ristretti, dove la carica infettante batterica può raggiungere con grande facilità concentrazioni elevate. Nell’allevamento in colonia è importantissimo rendersi conto di quale sia il numero massimo di soggetti da ospitare senza che si verifichi un sovraffollamento che moltiplica inevitabilmente i problemi sanitari e rende l’ambiente malsano. Fondamentale a tal proposito l’accortezza di non inserire mai nuovi soggetti in una colonia senza che siano stati sottoposti ad un congruo periodo di quarantena.
In secondo luogo vi sono le problematiche riproduttive: è vero che in natura i pappagalli vivono in gruppo, ma è altrettanto vero che al momento della riproduzione nella maggior parte delle specie le coppie si isolano dal gruppo, cercano ed allestiscono il proprio nido la cui ubicazione è generalmente nota soltanto al maschio della coppia che provvede a portare il cibo alla femmina e ai piccoli. Quindi l’allevamento in colonia deve tener conto di questa necessità dei volatili. Una buona soluzione può essere quella di isolare le coppie durante il periodo riproduttivo inserendole in gabbie o spazi riservati (e dotati di nido) alla coppia stessa, e reinserirle successivamente in voliera insieme ai nuovi nati al termine dello svezzamento. Con diverse specie di pappagalli particolarmente gregarie e scarsamente aggressive (parrocchetti monaci, calopsite, agapornis personata, pappagallini ondulati, parrocchetti coda nera) si può anche optare per la riproduzione direttamente in colonia, ma occorre adottare alcuni accorgimenti. Bisogna tener presente che le femmine diventano molto territoriali in fase di allestimento del nido e comunque i picchi ormonali stimolano l’aggressività di tutti i soggetti: una femmina che prende possesso di un nido tende a combattere spietatamente pur di mantenerlo e difenderlo. Per questo motivo sarà cura dell’allevatore allestire in diverse zone della voliera un numero di nidi doppio rispetto al numero di coppie presenti. Con dieci coppie bisognerà preparare venti nidi e lasciare che ogni coppia ne occupi uno. In questo modo diminuiremo la probabilità che si verifichino conflitti. Occorre tuttavia da parte dell’allevatore un monitoraggio attento e costante, per prevenire litigi sanguinosi e spesso fatali e malaugurate “frittate” di uova all’interno dei nidi lasciati liberi dalle femmine che si allontanano momentaneamente per espletare le funzioni fisiologiche.
Le problematiche della riproduzione in colonia non si fermano qui: risulta ad esempio impossibile nella riproduzione in colonia sapere con certezza quale sia effettivamente il genitore maschio dei pulli, quindi risulta assai arduo operare una selezione mirata. Per lo stesso motivo diventa praticamente impossibile evitare casi di consanguineità nell’accoppiamento, con possibile impoverimento genetico dei soggetti nel succedersi delle generazioni. L’allevatore dovrà avere cura di allontanare i nuovi nati ad esempio scambiandoli frequentemente con soggetti di altri allevamenti.
Infine vi è da considerare la problematica legata alla presenza in voliera di specie diverse. Non è mai raccomandabile far convivere specie differenti. Vi sono effettivamente pappagalli che tollerano piuttosto bene la presenza di soggetti non conspecifici, ma occorre sempre valutare l’elemento individuale, che in animali così intelligenti può avere il suo peso, ed indurre un soggetto di una specie “tranquilla” ad episodi di aggressività, che possono essere scatenati ed amplificati nei confronti di specie e taglie diverse. Inoltre l’assenza di litigi feroci non significa necessariamente che i pappagalli stiano a loro agio: pur con doverose eccezioni, la presenza di specie diverse nella stessa voliera genera comunque fastidio e stress negli animali, con possibile abbassamento delle difese immunitarie, peggioramento del loro stato di salute generale ed incapacità di riprodursi.
Possiamo dunque considerare che l’allevamento in colonia, se condotto con criterio da parte di allevatori con esperienza e buon senso, può costituire un’opportunità fantastica per pappagalli comunque destinati alla cattività. Richiede però grandi spazi e dimensioni, profonda conoscenza delle specie allevate e delle loro necessità fisiche e caratteriali, dedizione continua e molto tempo da dedicare alla cura dell’ambiente che ospita la colonia.