L’ara rossa cubana, detta anche “ara tricolore”, era un magnifico pappagallo originario dell’isola di Cuba e dell’Isla de la Juventud, estintosi purtroppo sul finire del diciannovesimo secolo. Era particolarmente presente nella Ciénaga de Zapata, una zona paludosa nell’area occidentale dell’isola.
La taglia era relativamente modesta per un’ara, dato che misurava intorno ai 50 centimetri, ma la livrea, stando alle descrizioni di cui disponiamo, era assolutamente affascinante. La testa era rossa con sfumature arancioni, e questa colorazione si estendeva dal sottogola fino al petto ed all’addome. La nuca giallo intenso, il dorso bronzeo-verdastro, le remiganti azzurro intenso, la coda rossa superiormente e blu inferiormente, i calzoni marroni. L’iride era gialla, l’anello perioftalmico bianco, il becco interamente nero. Non era presente dimorfismo sessuale. L’immagine inclusa nell’articolo presente mostra un’illustrazione del pappagallo del 1765 di François-Nicolas Martinet.
All’estinzione di questo superbo psittacide hanno concorso diversi fattori: distruzione progressiva dell’habitat dal momento in cui Cuba venne colonizzata e la sua popolazione umana aumentò in maniera considerevole. La cattura di innumerevoli esemplari a scopo di detenzione, di utilizzo del suo piumaggio, la caccia a scopo venatorio, la persecuzione da parte degli agricoltori. In uno scenario di rapido declino il colpo di grazia venne inferto da una successione di uragani che sconvolsero Cuba nel 1844, 1846 e 1856. Anche una tremenda tempesta tropicale si abbattè sulla Ciénaga de Zapata nel 1851 e decimò una popolazione già in evidente crisi.
Le testimonianze più attendibili su questo pappagallo provengono dal naturalista e tassonomista Johannes Christoph Gundlach, abitante a Cuba, che mise per iscritto le sue osservazioni. Ancora nel 1850 vi furono diversi avvistamenti, confermati dall’ornitologo americano James Greenway che suggerì in seguito come data più probabile di totale estinzione della specie il 1885.