Penne ed il piumaggio negli uccelli rappresentano il corrispettivo dei peli nei mammiferi e della pelle esterna nei rettili: si tratta di un apparato strutturale non vivo (ossia non vascolarizzato ed innervato), che ha funzione di isolamento termico (la temperatura del corpo di un pappagallo è superiore ai quaranta gradi), di protezione dell’epidermide dagli agenti atmosferici (sole, pioggia, vento) e ovviamente di garantire la possibilità del volo.
Il piumaggio dei pappagalli è composto da tre differenti tipologie: il piumino che forma uno strato a diretto contatto con l’epidermide (con funzione di isolamento termico), le penne copritrici con funzione di protezione e isolamento e le lunghe penne (remiganti e timoniere) responsabili del volo.
Le penne dei pappagalli strutturalmente appaiono simili a quelle di tutti gli altri uccelli diurni, ossia con contorni ben delineati e definiti. Al contrario, gli uccelli notturni presentano quasi invariabilmente penne dai contorni frastagliati, caratteristica che consente loro di volare più silenziosamente, senza “tagliare” l’aria, e fondamentale durante la notte. Le penne dei pappagalli sono leggere e resistenti, costituite da un rachide centrale da cui si diramano barbe parallele da cui si dipartono ulteriori sottili filamenti, le barbule.
Penne e piume sono composte principalmente di cheratina e sono soggette ad usura, e per questo motivo periodicamente cadono e vengono rinnovate. Questo processo di periodica sostituzione di penne e piume si chiama muta.
Ciascuna penna e piuma si origina da un follicolo cutaneo, caratterizzato da un insieme di cellule detto apparato germinativo che ha la funzione di creare letteralmente la struttura della piuma. Questo apparato entra in funzione al momento della nascita o della caduta della vecchia piuma e rimane attivo fino al completo sviluppo della stessa. Quando la piuma è completa il follicolo entra in uno stato di latenza che dura fino alla successiva muta, o nel caso in cui la piuma cada per un incidente.
Uno degli adattamenti evolutivi più spettacolari della muta riguarda la successione di caduta naturale e sostituzione delle penne stesse. L’efficienza del volo è infatti un’esigenza vitale in tutti gli uccelli. Per questa ragione le penne remiganti delle ali cadono e si rinnovano simmetricamente, stesso momento e stessa posizione della penna, in modo tale che l’uccello non si sbilanci durante il volo.
Al momento della nascita inizia immediatamente la crescita di penne e piume (alcune specie di pappagalli nascono già con parte del piumino già sviluppata), e la livrea del volatile si completa dopo circa tre o quattro mesi.
Tra una muta e la successiva decorre un periodo di tempo differente a seconda della specie di pappagallo. La prima muta, successiva al primo completamento della livrea nei soggetti giovani, avviene dopo circa un anno. Le successive solitamente seguono l’andamento delle stagioni e si verificano mediamente una volta l’anno, preferibilmente sul finire dell’estate. La durata è molto variabile, da poche settimane a diversi mesi.
Il periodo della muta comporta un certo stress per il pappagallo, che non deve trovarsi alle prese con carenze alimentari, in particolare di vitamine D ed E. Una sana dieta, ricca di frutta e verdura, oltre che di miscela di semi e pastoncino, è perfettamente adeguata per sostenere lo psittacide in questo periodo.