La coccidiosi è una malattia causata da particolari protozoi, i coccidi, che si annidano nelle pareti intestinali dei pappagalli, provocando uno stato di infiammazione ed emorragie.
I sintomi della coccidiosi sono diarrea, presenza di sangue nelle feci, piumaggio arruffato, addome gonfio, dimagrimento spiccato, deperimento generale, ali cadenti, sonnolenza. Il soggetto colpito tuttavia può non perdere l’appetito.
La trasmissione della coccidiosi avviene per via oro-fecale, ossia tramite l’introduzione per via orale delle oocisti coccidiche (ossia le uova) espulse attraverso le feci dei soggetti infetti. Le oocisti sono protette da una membrana doppia grazie alla quale sono in grado di sopravvivere fino ad un anno qualora trovino all’esterno condizioni di temperatura ed umidità non idonee alla schiusa, resistendo alla maggior parte dei disinfettanti. Il pappagallo che assuma cibo od acqua contaminato dalle feci di soggetti infetti può contrarre la malattia
La coccidiosi si contrae più facilmente durante le stagioni umide, quando le temperature sono sufficientemente calde, quindi in autunno e primavera. I soggetti più vulnerabili sono i giovani nel periodo della prima muta, mentre gli adulti possono contrarre asintomaticamente l’infezione diventandone portatori.
La diagnosi viene effettuata attraverso l’esame parassitologico delle feci.
La coccidiosi si cura con sulfamidici (sulfachinossalina e sulfadimetilpirimidina) sciolti nell’acqua da bere, in tre fasi di due giorni intervallate da due giorni di pausa. Meno indicati i furanici che, seppur efficaci nell’eliminazione della parassitosi, possono facilmente provocare disturbi secondari, soprattutto allergici
Diagnosticata la malattia in allevamento, i soggetti colpiti vanno isolati in gabbie provviste di grata sul fondo, per evitare che il soggetto si reinfetti con le sue stesse feci. Il fondo dell’ambiente che ospita i pappagalli va lavato con acqua bollente o sterilizzato con fiamma a pressione.
La miglior forma di prevenzione rimane la buona igiene dell’ambiente in cui vivono i pappagalli.