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19 Aprile 2024
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Acariasi

Acari pappagalli

L’acariasi, o parassitosi da acari, è una patologia che colpisce i pappagalli come tutti gli uccelli. Esistono quattro forme di acariasi: acari dell’apparato respiratorio, acari mallofagi, acari ematofagi e acari della cute .

L’acariasi respiratoria è una malattia causata da acari molto piccoli che vanno ad annidarsi e proliferare nelle mucose della gola. L’acaro responsabile di questa patologia è lo Sternostoma tracheacolum.
La trasmissione del parassita può avvenire per contatto diretto, attraverso le feci o per contaminazione di acqua e cibo.
I principali sintomi dell’acariasi respiratoria sono l’alterazione dei vocalizzi (causata dall’infiammazione della siringe), tosse, respirazione difficoltosa, click respiratorio, apatia. Uno dei sintomi più tipici è la tosse serale, nel momento in cui si fa buio e cala il silenzio sui posatoi si avvertono chiaramente soggetti che respirano rumorosamente.
Non trattata l’acariosi respiratoria può portare il pappagallo a morte per asfissia, a causa della forte infiammazione a tutte le vie aeree
La cura consiste nella somministrazione di ivermectina opportunamente diluita con il glicole propilenico (proporzione di 1:9), applicata sulla cute del volatile. Tale cura è decisamente più efficace rispetto all’impiego di acaricidi spray.

Gli acari mallofagi, o acari delle penne (Syringophilus e Dermoglyphus), riescono a penetrare nel calamo delle penne nutrendosene, alterandone la struttura e provocando un intenso prurito all’uccello, che tende a autodeplumarsi. Generalmente scarse condizioni igieniche dell’ambiente sono i principali responsabili della diffusione di questo acaro.
La terapia consiste nell’utilizzo di sostanze acaricide, come ad esempio il Frontile, da applicare direttamente sui soggetti colpiti.

L’acaro rosso (Dermanyssus gallinae) è il più grosso degli acari, ben visibile ad occhio nudo. Di colore grigio a digiuno, diventa rosso dopo aver prelevato il sangue dell’ospite. Si tratta dunque di un acaro ematofago. L’acaro rosso non si nasconde nel piumaggio del pappagallo, ma nei posatoi e nei pertugi della gabbia o voliera, per uscirne di notte ed arrampicarsi sul pappagallo.
Per questa ragione è possibile accertarne la presenza, qualora si notino i pappagalli grattarsi eccessivamente, esplorando nottetempo la gabbia o voliera con lampada e lente di ingrandimento per identificare gli indesiderati ospiti.
L’acaro ematofago provoca prurito nei soggetti colpiti e può facilmente veicolare batteri o virus, compromettendo la salute delle sue vittime.
La terapia consiste nella disinfestazione dei soggetti e dell’ambiente che li ospita tramite applicazione di prodotti a base di piretro.

L’ultima tipologia di acari sono quelli della cute, o acari della rogna (genere Knemidocoptes), che colpiscono cute, cera, becco e arti dei soggetti. I pappagalli che più di tutti soffrono per questi parassiti sono le cocorite (Melopsittacus undulatus), che evidenziano la patologia comunemente chiamata scabbia. I parassiti tendono ad allignare nei soggetti più deboli, attaccando lo strato corneo dell’epitelio e causando forme di ipercheratosi che portano in breve tempo a gravi deformazioni dellla cera e del becco. Tale patologia può portare all’incapacità di utilizzare il becco per nutrirsi e quindi alla morte del soggetto. La miglior prevenzione di questa patologia è una buona pulizia degli ambienti in cui sono ospitati i pappagalli
Come terapia si raccomanda l’applicazione di glicerina liquida da applicare direttamente sul becco nei casi più lievi. In casi più avanzati si può ricorrere a prodotti specifici come il leucagel e nei casi avanzati all’ivermectina

Acaro Rosso
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