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I pappagalli della Nuova Zelanda

kakariki

La Nuova Zelanda è l’ultimo avamposto terrestre prima della sconfinata e desolata immensità del Pacifico meridionale. E’ una terra rimasta lungamente isolata, complici gli oltre 1500 chilometri di mare che la separano dal continente australiano, ad ovest.

Le specie animali presenti in queste isole sono rimaste del tutto isolate per periodi di tempo sufficientemente lunghi, sulla scala dell’evoluzione, da produrre adattamenti molto particolari: limitando le nostre osservazioni agli psittaciformi, è solamente in queste terre che possiamo osservare i pappagalli più bizzarri presenti sul pianeta: il kakapo (stringops habroptilus), ad esempio, grosso, goffo ed incapace di volare. Oppure il pappagallo kea (nestor notabilis) con la sua buffa andatura a saltelli e l’abitudine a nutrirsi con le carcasse delle pecore morte. Oltre a queste due specie con le quali molto difficilmente un appassionato può giungere a contatto, una delle famiglie di pappagalli autoctone della Nuova Zelanda sono certamente i kakariki, con le sue quattro sottospecie.

Anche nel caso dei kakariki l’assenza della pressione selettiva indotta dal contatto con i predatori ha prodotto adattamenti inusuali, come ad esempio l’abitudine di nutrirsi e nidificare al suolo sfruttando le macchie cespugliose presenti nell’ambiente. Adattamenti di questo genere hanno prodotto naturalmente risultati catastrofici nel momento in cui l’uomo bianco con la colonizzazione ha introdotto su queste isole predatori micidiali come il topo, il ratto, il gatto, l’ermellino ed il cane, contro i quali i poveri pappagalli con abitudini terrestri non avevano nessuna speranza di spuntarla. Tutte queste specie sono state dunque in breve tempo ridotte sull’orlo dell’estinzione. Due specie di nestore si sono purtroppo estinte nel corso del 19° secolo.

Nelle isole maggiori della Nuova Zelanda sopravvivono ancora colonie di kakariki fronte gialla (cyanoramphus auriceps) e il ben più raro kakariki fronte arancio (cyanoramphus malherbi). In alcule isole minori (isole Stewart, Kermadec, Chatam e Nuova Caledonia) è stato possibile limitare o rimuovere la presenza di tali predatori ed esistono pertanto ancora piccole colonie di kakariki fronte rossa (cyanoramphus novaezelandiae). Interessanti progetti di salvaguardia di queste specie sono stati condotti creando su talune isole delle vere e proprie riserve. Una di queste è l’isoletta di Tiritiri Matangi, situata nel golfo di Hauraki a pochissimi chilometri dalla grande città di Auckland, diventata un vero e proprio parco marino (Hauraki Maritime Park istituito nel 1971) oltre che un santuario per gli uccelli. Ancora più estrema è la collocazione del kakariki verde (cyanoramphus unicolor), confinato sull’inospitale isola subantartica di Antipodi, ad oltre 700 chilometri a sud-est della Nuova Zelanda stessa, dove esiste un rigido divieto di sbarco per proteggere la fauna locale.

Il grande commercio di animali esotici ha permesso l’introduzione in Nuova Zelanda in tempi recenti di diverse specie di pappagalli che hanno stabilito nutrite colonie: prima fra tutti la rosella comune (platycercus eximius), localizzata attualmente sull’isola del Nord e nella regione di Wellington. Anche il cacatua galerita è presente in una colonia di un migliaio di individui nella regione di Auckland. Esiste pure una piccola colonia di cacatua roseicapilla.

Kakariki
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