I pappagalli,come la quasi totalità degli uccelli, devono essere in grado di sostenere improvvisi, prolungati ed elevati livelli di attività muscolare legati all’attività del volo. Il loro sistema cardiocircolario deve quindi poter repentinamente assicurare ai muscoli la fornitura di grandi quantità di ossigeno.
Per questa ragione il cuore dei pappagalli è più dimensionato rispetto a quello dei mammiferi. Il ventricolo sinistro è nettamente più grande del destro, è conico e si estende verso l’apice del cuore con pareti muscolari molto più spesse. La frequenza cardiaca è superiore, in rapporto al metabolismo molto più veloce. Inoltre la frequenza cardiaca sotto sforzo può aumentare fino a circa cinque volte la medesima a riposo. La gittata cardiaca, che corrisponde al volume di sangue pompato dal cuore (gittata sistolica) moltiplicato per la frequenza cardiaca, in un comune pappagallino ondulato risulta essere, fatte le debite proporzioni, sette volte maggiore rispetto ad un essere umano.
Analogamente la pressione arteriosa risulta essere più elevata (180/140 mm) rispetto a quella riscontrabile nei mammiferi. Il cuore di un pappagallo si trova circa verso la metà del corpo e, come nei mammiferi, presenta due atri e due ventricoli con separazione tra grande circolazione (sistemica) e piccola circolazione (polmonare).
Le dimensioni relative del cuore negli uccelli sono inversamente proporzionali alla massa corporea di una specie. Ciò suggerisce che gli uccelli di grandi dimensioni presentano una massa cardiaca ridotta rispetto a quelli più piccoli, i cui cuori risultano proporzionalmente maggiori. Questa disposizione rende gli uccelli differenti dai mammiferi, nei quali invece la dimensione del cuore è direttamente proporzionale alla massa corporea.
I pappagalli sono endotermi ed omeotermi: la temperatura corporea è molto elevata, 40-42°C, correlata all’elevato metabolismo. La distribuzione delle arterie e delle vene risulta schematicamente piuttosto simile a quella dei mammiferi, pur essendoci delle differenze significative, nell’ambito degli psittaciformi, tra specie e specie: ad esempio, nei cacatua l’arteria carotide sinistra è molto più piccola alla destra e sono evidenti due anastomosi venose, tra le due vene giugulari e tra le due vene femorali, allo scopo di massimizzare il ritorno venoso al cuore nel caso di sforzi intensi e repentini.
Negli psittaciformi le tre arterie renali sono governate dalla valvola portale renale che è in grado di restringersi in caso di sforzo massimo deviando il sangue dal sistema renale per renderlo disponibile al sostegno ed alla prosecuzione dello sforzo. Come in tutti gli uccelli le due arterie succlavie sono particolarmente dimensionate, dal momento che irrorano di sangue i muscoli pettorali e coracoidei che governano il movimento delle ali.